UN NUOVO DISTURBO ALIMENTARE:
L'ORTORESSIA
Stare attenti a quel che si porta in tavola è importante. In alcune persone, però, questa attenzione può trasformarsi in un’ossessione, che si chiama “ortoressia”: si tratta di una psicopatologia che concerne il comportamento alimentare ma che, diversamente dalla bulimia e dall’anoressia, non ha come elemento centrale, almeno negli stadi iniziali, l’immagine corporea. Degli oltre 3 milioni di italiani con disturbi alimentari, circa il 15% soffrirebbe di ortoressia, con una netta prevalenza degli uomini.
E’ stata definita per la prima volta da Bratman nel 2001, è dunque un disturbo che è stato riconosciuto solo recentemente, ma non ancora ufficialmente inclusa tra i disturbi del comportamento alimentare (DSM).
L’ortoressia è caratterizzata dalla ricerca maniacale ed inevitabile di cibi naturali, biologici e quindi non contaminati da sostanze chimiche artificiali. Il disturbo inizia con l’escludere dalla propria alimentazione i cibi trattati con pesticidi o con qualsiasi additivo artificiale e, piano piano, i criteri di ammissibilità di un alimento diventano sempre più restrittivi. Sono presenti delle ossessioni sul cibo che riguardano cosa e quanto mangiare (sono disposti a spendere anche molto denaro per comprare alimenti biologici) e il modo naturale in cui preparare e cucinare tali cibi. Come accennato precedentemente tutto è incentrato, non tanto sulla ricerca di una alimentazione che conduca ad una perfezione “estetica”, quanto piuttosto a uno stato di perfezione salutista.
Alla base di tale malattia vi è dunque una forma d’ansia che concerne la sfera della salute.
Poche semplici domande aiutano a identificarne i sintomi:
L'ORTORESSIA
Stare attenti a quel che si porta in tavola è importante. In alcune persone, però, questa attenzione può trasformarsi in un’ossessione, che si chiama “ortoressia”: si tratta di una psicopatologia che concerne il comportamento alimentare ma che, diversamente dalla bulimia e dall’anoressia, non ha come elemento centrale, almeno negli stadi iniziali, l’immagine corporea. Degli oltre 3 milioni di italiani con disturbi alimentari, circa il 15% soffrirebbe di ortoressia, con una netta prevalenza degli uomini.
E’ stata definita per la prima volta da Bratman nel 2001, è dunque un disturbo che è stato riconosciuto solo recentemente, ma non ancora ufficialmente inclusa tra i disturbi del comportamento alimentare (DSM).
L’ortoressia è caratterizzata dalla ricerca maniacale ed inevitabile di cibi naturali, biologici e quindi non contaminati da sostanze chimiche artificiali. Il disturbo inizia con l’escludere dalla propria alimentazione i cibi trattati con pesticidi o con qualsiasi additivo artificiale e, piano piano, i criteri di ammissibilità di un alimento diventano sempre più restrittivi. Sono presenti delle ossessioni sul cibo che riguardano cosa e quanto mangiare (sono disposti a spendere anche molto denaro per comprare alimenti biologici) e il modo naturale in cui preparare e cucinare tali cibi. Come accennato precedentemente tutto è incentrato, non tanto sulla ricerca di una alimentazione che conduca ad una perfezione “estetica”, quanto piuttosto a uno stato di perfezione salutista.
Alla base di tale malattia vi è dunque una forma d’ansia che concerne la sfera della salute.
Poche semplici domande aiutano a identificarne i sintomi:
La dieta di chi soffre di questo disturbo tende ad impoverirsi, tanto da riportare gravi danni e carenze sul piano nutrizionale. L’individuo ortoressico può presentare tratti ossessivi, una sostanziale rigidità psicologica, perfezionismo clinico e bisogno di controllo.
Chi soffre di ortoressia perde il piacere sia di gustare i cibi, sia della convivialità di pranzi, cene e cerimonie.
Spesso gli individui con questo disturbo si sentono superiori agli altri, per il fatto di mangiare solo cibi naturali.
Chi soffre di ortoressia perde il piacere sia di gustare i cibi, sia della convivialità di pranzi, cene e cerimonie.
Spesso gli individui con questo disturbo si sentono superiori agli altri, per il fatto di mangiare solo cibi naturali.
PRINCIPALI RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:
- Donini LM et al. Orthorexia nervosa: validation of a diagnosis questionnaire. Eat Weight Disord. 2005;10(2):e28-32
- Varga M et al. Evidence and gaps in the literature on orthorexia nervosa. Eat Weight Disord. 2013;18(2):103-111